La Radio, strumento narrativo, dialogico e creativo

di Giuseppe Lagrasta

Ascoltare la radio, sentirla vicino, più vicino ancora, approfondire i suoni della musica e delle canzoni, delle voci degli speaker e dei cantanti e delle cantanti, dei giornalisti che comunicano le notizie.
La radio è il “”nuovo oggetto culturale””  che fa compagnia con la calma che richiedono sia la meditazione che il silenzio e la riflessione. Passano musica e parole e silenzio e richiesta di attenzione poi le parole e i suono della pubblicità e gli slogan che ti renderanno felice, qualcuno ti offre un viaggio, ti indica come dovrai fare una vacanza se sceglie quel luogo e quel periodo. Intanto nell’intorno la solitudine regna sovrana, non una parola umana. Silenzio assoluto. Per un po’ la voce della lavatrice e poi quella della lavastoviglie e poi arriva la musica e le parole dalla radio che trasmette al radiogiornale che qualcuno ha vinto, qualche altro ha perso, altri sono periti in un incidente, la festa dell’autunno è cominciata, c’è un festival e una mostra su Picasso e poi un incontro con i grandi politici del pianeta. Poi le notizie ammutoliscono attraversate da una voce che canta una bellissima canzone.
Le parole d’amore lasciano il tempo che trovano, fuori piove e nella casa il silenzio regna, assoluto. La radio e le parole della radio empio l’aria, i libri sono silenziosi, le voci dei poeti non hanno voce, la radio parla e parla e le canzoni e la musica fanno compagnia. Bisogna lasciar stare la rabbia che traspare nella voce di qualche intervistato perché in giro c’è tanta rabbia e le proteste aumentano per le cose che non girano, che non vanno, per le troppe morti bianche ma poi una scrittrice presenta il suo ultimo romanzo che parla di famiglie allargate, di padri assenti, di bambini tristi. La scrittrice fa emergere il lato nuovo della sua narrazione e poi arriva una musica che interrompe il suo flusso narrativo.

Le parole della scrittrice si sovrappopolano di parole che parlano di itinerari turistici, di recupero di vecchi borghi medievale, di inviti ad andarci per visitare alberi di ciliegio in fiore, di vitigni ottimi che danno buon vino e che occorrer assolutamente gustare. E poi il silenzio. Il radioascoltatore si è innamorato di una voce, di una voce continua alla sua anima, di una voce che gli ispira fiducia e tenerezza, che gli ricorda giorni di felicità e di giovinezza, una voce che ascolta ogni giorno, quando però gli è possibile, e si fa compagnia con quella voce di donna, una speaker che parla e attenta reagisce al suo mondo interiore per trasmetterlo ai suoi ascoltatori. Cosi il radio ascoltatore, comincia a sfogliare un libro, legge qualche pagina ascoltando il sottofondo di quella voce e la radio, capisce, gli fa compagnia e allenta la morsa del silenzio, della solitudine e del tacere quotidiano. E sì, perché l’ascolto delle radio frantuma le onde ammutolite del tacere quotidiano, immenso contenitore che soffia sul fuoco della memoria personale e ogni tanto sputa suoni di fatti e accadimenti vecchie e superati, che fanno parte della polvere della vita e della sorte ma la radio è capace di cullare quelle vecchie parole e armonie sepolte dal tempo, anzi le resuscita e le da scenario e palcoscenico e allora ad un tratto dalla radio arrivano parole poetiche, qualcuno legge testi poetici.
E’ sera e in quel momento, la radio fa compagnia più di ogni altra , perché quella è l’ora per chi è stato tutto il giorno fuori di casa e al rientro nel silenzio assoluto delle mura abbracciate a coltri di libri, attraverso l’ascolto delle voci e dei canti trova nella radio la conversazione domestica dimenticata e perduta e nelle voci della radio incontra e realizza gli spazi argomentativi che il suo respiro umano dialogico richiede.

E l’ascolto della radio si trasforma in modulazione discorsiva, in colloquio diretto tra che comunica e chi ascolta. E lo spazio dialogico tra ascoltatore e speaker si fonde in un clima di argomentazioni tra il dire mentale e l’ascolto della voce che entra nel vivo dell’anima dell’ascoltatore che prepara l’ascolto dei temi e degli argomenti che saranno via via dipanati. E aumenta lo spazio delle parole poetiche che intrecciate alla musica e ai suoni della bellezza della parola rendono l’ascolto intenso, motivati e integrato alla passione per le parole, alla motivazione allo stare insieme per condividere, al sentimento che raccoglie i frammenti della vita di ognuno.

L’ascolto della radio, quando la stessa è radio che umanizza con le sue voci e i suoi racconti, con le sue narrazioni e i suoi dialoghi, diviene spazio di integrazione che riesce a combattere la solitudine che regna nelle cose, negli eventi e nei cuori. Crediamo che tale ascolta possa insistere anche sulla comunicazione emotiva in quanto attrae l’ascoltatore e lo annoda ai fatti che si narrano e alle emozioni che in seguito si sprigionano.

Al centro della radio le parole e la musica, le canzoni e le conversazioni. Ecco una radio che sa accogliere e non disperdere gli ascoltatori disseminati per le città. Ecco che chi fa radio deve tener conto di chi vive la solitudine della città e della campagna senza vere possibili interlocutori di sorta se non nei momenti dedicati agli incontri socializzanti. ma poi nella solitudine domestica dei giorni che farà compagnia agli ascoltatori solitari disseminati nelle piccole e grandi città della Nostra Terra ?

L’ascolto della radio è un momento di scavo interiore e di meditazione: le parole della musica e le parole dell’umano, intrecciandosi creano il teatro della memoria quotidiana, teatro che non ha spettatori ma ascoltatori. E quando una musica affonda la sua scrittura nella memoria umana e nel ricordo di ognuno ecco che brilla nel firmamento del giorno o della sera, una voce, una fotografia, una emozione, un ricordo. Ecco che il teatro della memoria quotidiana si avviva di nuovi protagonisti, nuovi attori ascoltatori, che si preparano a rivivere una nuova dimensione autobiografica costituita da frammenti di memoria personale e collettiva. La radio fa compagnia durante il viaggio, i nostri continui viaggi e spostamenti e stimola energia e muove a sostenere ritorno e immaginazione, fantasia e creatività quando si sta in automobile o in treno, quando si vivono momenti di attesa e di scoperta. La radio fa vivere e rivivere i momenti di una autobiografia spesso frantumata dal tempo sociale accelerato. La radio combatte il tempo della complessità e dona ritmo alla mente che ascolta riallineando il tempo umano con il tempo dell’ascolto e della riflessione.
Infatti, noi crediamo in una radio di narrazione che sappia coinvolgere l’ascoltatore all’interno della trama delle sue storie, delle sue musiche e delle informazioni che quotidianamente registra e trasmette. oltre ad una radio, quindi, di informazione crediamo in una radio che sappia raccontare il reale e la sua complessità, il reale e le sue sfumature e le sue zone di grigio, ecco una radio che sappia raccontare le zone grigie della vita quotidiana e deli giorni che appartengono all’ascoltatore immerso nel qui e ora della vita quotidiana.

Salvaguardando l’essenzialità del qui e ora dell’informazione, sosteniamo una radio di narrazione che con i suoi strumenti ravvicinati all’ascoltatore approfondisca l’arte della riflessione, della meditazione e della partecipazione, atteggiamenti molto spesso dismessi oppure che provocano disorientamento tra le giovani generazioni. E quindi, non è possibile, dimenticare i giovani ascoltatori che occorre ritemprare con una informazione e una narrazione adeguata ai tempi e agli spazi della loro memoria storica e memoria giovanile. La comunicazione narrativa radiofonica viene espressa da Sergio Mancinelli di Radio Capital, che  interpreta il canone narrativo di una comunicazione radiofonica che rispetta il silenzio interiore dell’ascoltatore, il suo interesse verso la musica e l’informazione . In tal senso, ci raccordiamo al discorso che rispetta il giovane ascoltatore, nella sua libertà di scegliere e di vivere il momento dell’ascolto radiofonico in sintonia con il suo sentire quotidiano. Una radio riflessiva, si incarna alle molteplicità espressive supportate dalla capacità di alternare, in modo mediato e coordinato, gli oggetti della comunicazione con i soggetti in ascolto e con gli oggetti culturali da condividere. La negoziazione comunicativa radiofonica, se realizzata in modo equilibrato,  riporta la capacità dell’ascolto radiofonico a strumento culturale dialogico capace di entrare nella motilità interiore del radio ascoltatore e del giovani radio ascoltatore. Una radio, dunque, capace di raccordare la velocità informativa delle notizie e della pubblicità con il ritmo narrativo del momento culturale accogliendo richieste di radio ascoltatori che intravedono nell’ascolto radiofonico momenti di narrazione efficace e salutare per il benessere da vivere in stadi di ascolto quotidiano.

Studiare e analizzare lo strumento radiofonico dal punto di vista della metodologia dello storytelling apre a nuove formulazioni di indagine didattica sia dal punto di vista della fabulazione che della struttura dei linguaggi narrativi e dei loro molteplici significati. Lo spazio narrativo radiofonico diverso dallo spazio narrativo in sé e per sé apre a nuove modulazioni e a nuovi motivi di indagine pedagogica. Avvicinare i giovani ascoltatori alla radia potrebbe essere una nuova modalità per attivare nuove esperienze nella logica della continuità e della scoperta di un mondo fluido che alla Radio non sfugge anzi è momento di valutazione significata.

In questo senso, lo studio e l’analisi delle modalità di una Radio dialogica che rispetti le modalità creative di uno storytelling efficace e valoriali potrebbe innescare nuove energie vitali per un arricchimento del dibattito sulle reti comunicative globali.

Radio Capital in molti spazi della sua progettazione e comunicazione quotidiana riesce con molta linearità ad offrire al radio ascoltatore modalità di storytelling efficaci e convincenti catturando tra le dissoluzioni comunicative giornaliere radio ascoltatori che richiedono tali modalità espressive sia per << il tempo del l’intrattenimento>>  che per la dimensione del << tempo culturale. >>  In tal senso, Radio Capital, con la trasmissione “Cactus – Basta poca acqua” di Concita De Gregorio  e Daniela Amenta rappresenta un modello di impostazione che rifugge dal comunicare immediato e accelerato che molte Radio propongono per raccogliere potenziali ascoltatori rifuggendo dall’accettare di trasmettere una << comunicazione superficiale>> e  insistendo sulle modalità relativa alla  << comunicazione riflessiva>>, aspetti fondanti per la realizzazione di uno storytelling efficace, narrativo ed emotivo, significato e meditativo.

Queste riflessioni, rivisitate alla luce delle modalità comunicative wattsappiche potrebbero aprire nuovi scenari di approfondimento dei diversi linguaggi e delle loro implicite potenzialità culturali. Raccogliere gli aspetti positivi del linguaggio radiofonico e gli aspetti positivi del comunicare wattsappico potrebbe indure a rilevare modi di comportamenti apprenditivi che sfuggono agli studiosi di pedagogia e scienze della formazione.

Ecco che una Radio dalle capacità combinatorie, che riesce a coordinare informazione, cultura, comunicazione commerciale, interventi reticolari sulle problematiche avvincenti e coinvolgenti che interessano la vita quotidiana dei giovani e meno giovani e che comporta l’assunzione di un valore aggiunto per la didattica degli apprendimenti informali, contribuendo così allo sviluppo degli apprendimenti formali e non formali di cui la popolazione si serve per crescere culturalmente.

2 commenti

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2 risposte a “La Radio, strumento narrativo, dialogico e creativo

  1. Maryvincent

    Molto belle le riflessioni riguardanti la radio vista come oggetto culturale,riflessioni espresse dallo scrittore Lagrasta con un lessico variegato e piacevolmente recepibile.Un insieme di emozioni facilmente condivisibili .

  2. mary vincent

    il saggio dello scrittore Giuseppe Lagrasta si legge agevolmente;ciò che scrive è condivisibile rivela infatt itratti del pensiero del lettore attento: La forma comunicativa favorisce la comprensione del tema centrale “la radio strumento dialogico e creativo ” la visione pur soggettiva è interessante e accattivante per il lettore che a sua volta coglie le più piccole percezioni:

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